Benvenuto

A mano a mano metterò qualcosina

Ricordo il titolo: Arrivederci Francesca, e il nome dell’attrice: Marianne Hoppe.

"Senza dire arriverderci", seppur classificata come tale, non è un'autobiografia: Biagi non parla di sé ma delle donne che ha incontrato nella sua carriera da giornalista: da Nilde Jotti alla signora Marguerite Oswald,da Gina Lollobrigida alla reverenda Elisabeth Djurle. A ciascuna di esse dedica un paragrafo, a volte breve altre lunghe parecchie facciate. Non trascrive l'intervista, a volte nemmeno l'incontro: Biagi si focalizza sull'impressione della donna, ma senza trascrivere un flusso di pensieri, scordandosi di introdurre o nominare la protagonista (all'inizio avevo difficoltà a comprendere il libro proprio perché non capivo quando la protagonista cambiava). Gli uomini sono in secondo piano, quasi passivi, e se parlano allora discutono di donne; solo il dialogo a tre tra Biagi, Fellini e Mastroianni viola questa regola, ma l'argomento della conversazione è il rapporto dei due artisti con le donne. Con un solo paragrafo, Biagi è stato capace di offrire al lettore una descrizione coincisa e completa di grandi e piccole donne del Dopoguerra, a ciascuna è dedicato uno e uno solo paragrafo da cui traspare la Storia. è stato spettacolare leggere di Giulia Borelli e Bianca Galli, rispettivamente l'assassina e la moglie di Guido Galli. in pagine fisicamente distanti tra di loro Biagi è stato capace di descrivere la personalità del giudice, a offrire un ottimo profilo psicologico della Borelli e a riassumere il lutto della famiglia.Per Maria José ,l'ultima regina d'Italia, ha riportate un breve dialogo con lei, che offre un punto di vista sul rapporto Savoia-Partigiani sconosciuto ai testi scolastici. Nel libro Biagi parla anche di donne invisibili all'opinione pubblica, come Antonia Piga ,tossicodipendente che a causa di una siringa infetta partorì il figlio già affetto dall'AIDS, la quale è introvabile sulla rete. Non aspettatevi però un testo femminista, ma nemmeno maschilista; questo libro permette di recuperare la storia del dopoguerra attraversa la scoperta di donne che sono molto di più che icone di bellezza o fedeli mogli. L'unico strumento che usa per riportare il tutto è il ricordo, gli incontri sono ordinati secondo il flusso delle sue memorie, i soggetti sono descritti solo tramite le impressioni che Biagi ricorda e nei dialoghi viene riportato quello che le donne rievocano sul momento.

Magari [una piccola lampada] per illuminare anche i ricordi: che non coincidono quasi mai con le speranze ma che, in fondo, sono quelli che ci meritiamo, una luce per non aver paura di essere ciechi.